Grammatica. In questo preciso istante vorrei avere il dono della chiaroveggenza per vedere la tua espressione. Forse stai rabbrividendo, o starai sentendo le fiamme salire dai piedi fino alla testa. Chissà magari stai imprecando. Dai, ammettilo, è così. E pensare che mi capita di parlare con persone che non si sono mai nemmeno chieste che cos’è la grammatica e perché si usa.
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Cosa significa grammatica e a cosa serve
Per capire il senso delle parole, ricordati di cercare la loro etimologia. Grammatica deriva dal latino grammătĭca e dal greco γραμματική (grammatiké). E gramma in greco è la singola lettera. Ma allora cos’è la grammatica? La grammatica non è altro che l’arte di scrivere e parlare nel modo giusto. Pensa a quando esprimi un concetto, o a quando sei tu a dover capire un interlocutore. La comprensione è alla base del nostro vivere. Dai tempi delle caverne è così. L’essere umano ha bisogno di scambiare concetti e non solo sguardi.
La grammatica, con il suo insieme di regole, ci rende parte attiva del mondo. Perché allora averne paura o addirittura odiarla? Uno strumento di tale utilità va tutelato, coltivato, rispettato e anche amato. Per farlo bisogna studiare le sue regole e smetterla di sbeffeggiarle. Non ce lo possiamo permettere, perché senza un linguaggio condiviso dalla comunità, siamo individui a metà, chiusi in una bolla impermeabile di solitudine.
Ogni lingua ha la sua grammatica che contempla regole per la costruzione di frasi, come la punteggiatura e la coniugazione dei verbi. E ancora regole per la costruzione di parole, come la formazione del plurale e l’utilizzo dei suffissi. Sappiamo che il linguaggio è in costante evoluzione e siamo tutti noi a determinarne i cambiamenti. Per questo la grammatica si distingue in descrittiva e normativa. La grammatica descrittiva studia la lingua scritta e parlata da una comunità, senza giudicare cosa è giusto e cosa è sbagliato. Agli antipodi si pone la grammatica normativa, o prescrittiva che dir si voglia, che stabilisce regole precise da seguire.
Perché dobbiamo amare la grammatica
Dovessi dare un volto alla grammatica sulla base delle parole, non proprio gentili, che le ho sentito rivolgere, sarebbe quello di Annie Wilkes. Chi è? No, non farmi questo. Cerca subito chi è Annie se non lo sai. Ti do un indizio. Misery ti dice niente?
Sono sincera, a me la grammatica piace ed è sempre piaciuta, fin dalle elementari. Lo so, può darsi che ti stiano uscendo gli occhi dalle orbite, ma che ti devo dire, al cuor non si comanda. Per questo, e lo ripeto, la grammatica mi è sempre piaciuta. Le dedico tempo, la rispetto, ne ho cura.
Non rientro nella categoria dei grammarnazi spocchiosi, quello no, ma da chi usa la lingua per professione, riveste ruoli importanti e cariche pubbliche, parla in televisione, scrive sui giornali, pubblica libri, gradirei l’uso corretto della grammatica. Gradirei per non dire pretenderei.
Ma come si fa ad amare la grammatica? Prima di tutto conoscendone il valore, l’utilità, il potere e la storia. Il nemico va sempre conosciuto no? Ricordi quando Massimo Decimo Meridio ne Il Gladiatore dice che “un soldato ha il grande vantaggio di poter guardare il suo nemico negli occhi”? Fai tesoro di queste parole.
Le tre categorie della grammatica
La grammatica è una disciplina complessa, va detto. La tradizione la divide in tre grandi categorie, di cui riporto il significato fornito dal vocabolario Treccani:
- fonologia: dottrina dei suoni di cui è costituita la parola
- Morfologia: ricerca, in ogni parola, degli elementi formativi, affissi e desinenze, che si aggiungono alla parte radicale, e come studio della loro natura e funzione. Per semplificare studia come si forma il plurale, come si coniugano i verbi e così via
- Sintassi: studia la connessione di unità minori a formare unità maggiori. In pratica la costruzione di una frase
Quello che vorrei fosse chiaro, è che la grammatica non è un cecchino invisibile pronto a colpire vigliaccamente. La grammatica è un’opportunità. Conoscerla ci rende individui e professionisti capaci di interagire con la comunità di cui siamo parte.
Avrò modo di approfondire l’argomento, che mi appassiona e spero sia così anche per te.
Nel frattempo scrivimi nei commenti che rapporto hai con la grammatica. Non avere paura, qui nessuno è un inquisitore.