Il web è uno strumento a cui non vorrei mai rinunciare. La facilità con cui si possono trovare informazioni, rispetto agli anni in cui non esistevano né Google né i suoi simili, è qualcosa di troppo prezioso. Però in mezzo all’enorme quantità di scritti, immagini, video utili, ci sono anche quintali di immondizia. Il fenomeno delle fake news è un virus diffuso e contagioso. Una vera piaga. Come scoprire le fake news ed evitare di aggiungere altra immondizia nell’etere?
Sulle informazioni che non provengono da fonti ufficiali quali uffici stampa, enti pubblici, forze dell’ordine, agenzie la prudenza non è mai troppa. Per questo voglio raccontarti come mi muovo io per verificare se una notizia è una sonora bufala o verità.
Per prima cosa mi affido al mio buon fiuto, sviluppato in anni di esperienza nel mondo della scrittura e della comunicazione professionale. L’uso di toni eclatanti, catastrofici, imperanti a partire dal titolo, fa scattare in me subito il campanello d’allarme. Come la mancanza di fonti attendibili e verificabili. Ti faccio un esempio molto forzato ma utile per farti capire bene. Immagina di trovare in rete un articolo il cui titolo e testo recitano:
Titolo: Scoperto un batterio che sconfigge ogni malattia!
Abstract: Studiosi americani hanno annunciato che tra 5 anni al massimo saremo immortali. Grazie alla scoperta di un batterio che sconfigge ogni malattia e rigenera le cellule, la vita si allungherà e presto riusciremo a vivere fino e oltre i 200 anni.
Ora, è chiaro che già il titolo ha un tono spudoratamente esagerato, inadatto a un argomento così sensibile. Il testo poi lasciamo perdere. Parole gettate al vento, senza citare la fonte, quali studiosi hanno fatto la scoperta, dove è stata pubblicata, cosa ne dicono le testate più autorevoli e gli esperti. Come dicevo è un esempio lampante di fake news, ma non sempre è così facile riconoscerle.
A farmi scattare il dubbio sulla veridicità di una notizia, contribuiscono anche eventuali errori grammaticali e ortografici, l’uso di parole volgari e troppo colloquiali. Anche l’URL va osservato bene. Se contiene parole tipo complotto, verità assoluta, o termini incomprensibili, o ancora parole che scopiazzano nomi di giornali e portali famosi, attenzione. La fake news è dietro l’angolo.
Un articolo, a meno che non si tratti di un editoriale firmato dal direttore responsabile o da una firma prestigiosa ed esperta del giornale, non contiene mai idee personali, commenti, prese di posizione. Soprattutto in articoli di cronaca, finanza e politica. Diverso il discorso, per esempio, per un live report di un concerto, o la recensione di un album musicale.
Quando all’interno di un articolo vedo citate troppe volte fonti illustri, quasi a voler convincere più facilmente il pesce ad abboccare, mi scatta il dubbione. Per non parlare di quando leggo frasi abbozzate, con tanti non detti e puntini di sospensione usati a sproposito.
Se l’articolo non mi convince faccio affidamento anche a siti quali Bufale.net e Butac. Cercando nei loro archivi magari trovo proprio la news sulla quale ho il dubbio e posso capire se è vera o falsa.
Un’altra azione abituale che compio è quella di controllare se la notizia è riportata dalle testate più importanti e cercare su Google se e come viene affrontato l’argomento o è già stato smentito. Altre attività importanti sono il controllo di eventuali immagini contenute nell’articolo che vogliamo analizzare. Il controllo lo si può fare con la ricerca per immagini di Google, che ci dice se la foto è già stata pubblicata e in quale contesto. Big G è un alleato fidato nella lotta alle fake news. Navigando nella sezione Google News, le notizie già verificate hanno il tag Fact Check. La lotta alle notizie false è complicata. Facciamo tutti la nostra parte e prima di scrivere e divulgare informazioni, prendiamoci il tempo necessario per verificarne la correttezza.
Sei d’accordo? Fammelo sapere nei commenti.