Nome dell'autore: Irene Tempestini

Uso le parole come arma di costruzione di massa. Sono giornalista iscritta all'Ordine Nazionale dei Giornalisti, Web Writer, Copywriter, Blogger, Ghost Writer, Autrice e Social Media Manager. Sono anche una Storica dell'Arte e una giornalsita musicale.

Content Marketing e mancanza di tempo, tutte scuse

content marketing e mancanza di tempo, tutte scuse

Content Marketing per liberi professionisti, o lo ami o lo odi. Nessuna via di mezzo, come per tutte le cose importanti.

Di diritto nel mio elenco dei libri da consumare, questo breve quanto prezioso lavoro di Alessio Beltrami, è un concentrato di motivazione pura. Le scuse, già dalla prima pagina, siete invitati a gettarle nell’immondizia, insieme ai lamentini che stridono nelle orecchie di chi ama agire.

Beltrami punge il lettore fin da subito con un monito di Seneca: Non è vero che abbiamo poco tempo: la verità è che ne perdiamo molto. 

Il tempo. Dobbismo capire una volta per tutte che non è solo una lancetta che si muove sull’orologio. Il tempo è il metronomo della nostra vita, il saturimetro del nostro respiro vitale. Siamo noi che dobbiamo averne cura prima di chiunque altro. Un professionista, per definirsi libero, deve imparare a usare bene il proprio tempo e a non lasciare che i clienti lo consumino a loro piacimento.

Scrivere contenuti difende da ogni perdita di tempo noi e i clienti. Perché con i contenuti ci facciamo conoscere, raccontiamo chi siamo, cosa facciamo, cosa sappiamo fare, come lavoriamo. Grazie ai contenuti si passa dritti al sodo, senza inutili incontri preliminari, che succhiano tempo e aumentano stress e frustrazione.

Secondo Beltrami, e il suo pensiero mi ha folgorata tanto da farmi stampare ed evidenziare interi paragrafi del suo libro, chi esalta gli incontri di persona, le strette di mano e il guardarsi negli occhi, cerca solo di compensare carenze nel pensiero e nella scrittura. Chi crea contenuti, al contrario, non ha paura del contraddittorio e della verifica. Sa il fatto suo, è consapevole della sua autorevolezza.

Citazione di Seneca: non è vero che abbiamo poco tempo: la verità è che ne perdiamo molto

 

Molti di voi si staranno legittimamente chiedendo, e se un cliente non ha tempo di leggere i nostri contenuti che si fa? Se preferisce la lunga telefonata? Poco male, vi hanno servito la miglior selezione su un piatto d’argento. Sono clienti rischiosi, meglio tenerli lontani o prepararsi bene a gestirli. Come dice Beltrami, la cosa che li spaventa di più sono i contenuti perché non vogliono informazioni, ma solo rassicurazioni facili.

Il contenuto, sia esso un articolo, un video, un podcast, un libro, ci toglie dalla situazione di “non esistenza”. Senza contenuti, spiega Beltrami, l’unico modo per far sperimentare agli altri quanto vali, è quello di usare il tuo tempo. Per raggiungerli, parlare con loro, presentarti, essere cortese e sperare che ne esca qualcosa di buono. È marketing della speranza. Per non dire, aggiungo io, della delusione, nel 99% dei casi.

Un passaggio fondamentale del libro parla della forza del Content Marketing, che rende scalabile la nostra proprietà intellettuale. Beltrami spiega che i contenuti non riducono le informazioni e le risposte per i clienti, tutt’altro, le moltiplicano e le migliorano. Creando contenuti non togliamo, anzi, diamo valore al cliente.

Le azioni che Beltrami suggerisce di mettere in pratica subito, sono semplici e richiedono poco tempo. Inutile tentare di nascondersi dietro scuse più o meno goffe. L’autore consiglia, ad esempio, di registrare il proprio dominio con il nome e cognome, comprare un microfono usb su Amazon spendendo meno di 40 euro, rifare il look al profilo Linkedin e individuare 10 problematiche che creano incertezze e conflitto con i clienti.

Beltrami fornisce anche una serie di suggerimenti su come trovare 30 minuti sacri, ogni giorno, per creare contenuti. Non voglio spoilerare altro però. È un libro talmente scorrevole, utile, diretto che dovrebbe entrare già oggi nelle vostre case, uffici, librerie, dove volete.

Content Marketing per liberi professionisti, stimola la creazione di contenuti ricordandoci che più ne creiamo, più ci sentiamo sicuri della nostra professione. Le idee valgono poco se non sono trasformate in contenuti e condivise. L’importante è scrivere per spazi e canali diversi, con frequenza regolare. Produrre il più possibile scegliendo tra articoli del blog, post sui social, email, materiale cartaceo e contenuti del sito.

L’invito a cambiare il modo di relazionarsi con il cliente è stato illuminante per me. Bisogna imparare a dire di no e a stabilire regole che vanno fatte rispettare. Regole, scrive Beltrami, che sembrano blasfeme per quei porfessionisti che si sono formati con i libri di testo pubblicati dall’editore “Il cliente è sacro”. Ma di sacro c’è solo il nostro tempo e la nostra carica vitale, perché solo finché avremo il tempo necessario per svolgere il nostro lavoro e l’energia per essere propositivi, potremo aiutare il prossimo.

Beltrami incalza ricordando a tutti noi che chi non considera i nostri contenuti non merita la nostra considerazione. Quante parole buttate al vento, quante telefonate incomplete, quante presentazioni uscite come ciambelle senza il buco. Quanto tempo perso.

Content marketing per liberi professionisti è chiaro, diretto, non lascia spazio a inutili dissertazioni. È pura verità.

Concludo con uno dei passaggi che ho impressi nella mente e che hanno modificato per sempre il mio modo di pensare e agire. Ricordate la folgorazione di cui parlavo?

Leggete la potenza di questa metafora: “Dobbiamo costruire una base solida di credibilità con i contenuti e su quella edificare un gigantesco faro visibile da ogni punto e in ogni condizione metereologica. Quel faro è alimentato dalla pubblicazione dei tuoi contenuti. Quel faro guida chi è disposto a seguire la sua luce. […] Oggi invece la maggior parte dei professionisti lavora come una lampadina tascabile. Il cliente ti tiene in tasca e quando vuole ti accende – ti chiama e ti scrive –  pretendendo risposte immediate, al bisogno. Non è una relazione sana. Sei un faro, non una lampadina tascabile e nessun cliente dovrebbe avere la forza di spegnerti”. Parola di Beltrami. Parola del buonsenso.

Citazione dal libro sul content marketing di Alessio Beltrami: sei un faro, non una lampadina tascabile, e nessun cliente dovrebbe avere la forza di spegnerti.

Titolo: Content Marketing per liberi professionisti

Autore: Alessio Beltrami

Casa editrice: Stampato da Amazon Italia

Anno e luogo: Torrazza Piemonte (TO)

Pagine: 60

E voi come vi sentite? Siete faro o lampadina tascabile? Scrivetelo nei commenti.

 

Testi che parlano, un libro per scrivere con il giusto tono di voce

Testi che parlano, un libro per scrivere con il giusto tono di voce

Testi che parlano di Valentina Falcinelli è un libro da consumare. Una sola lettura non basta. Ogni pagina regala spunti e suggerimenti pratici sul tono di voce (tone of voice per gli esterofili), argomento cruciale per scrivere testi aziendali efficaci e di qualità. La prefazione è di Luisa Carrada, voce illuminante nel mondo della scrittura, che sottolinea il coraggio di Valentina nel dedicare, prima in Italia, un intero libro al tono di voce.

Falcinelli ci invita a riflettere su alcuni punti. I testi hanno una voce? Le parole scritte parlano? La risposta è sì, a patto di eliminare una volta per tutte le comunicazioni impersonali e gelide. Pensate a quanto è fastidioso leggere “Con la presente sono a sottoporre alla cortese attenzione dei gentili utenti una tematica di spicco”. Spazziamo via e subito questo linguaggio barocco e noioso!

Valentina ricorda che il marketing tradizionale, quello delle 4 P per intenderci, non esiste più dagli anni Novanta. Oggi si parla di marketing esperienziale. Le persone non cercano un prodotto o un servizio, cercano un’emozione. Ecco perché nel libro si parla di brand emozionali.

Il primo passo per una comunicazione efficace è scrivere contenuti chiari. Per farlo dobbiamo sapere cosa vogliamo comunicare e a chi. Evitiamo i tecnicismi, gli inglesismi e usiamo con intelligenza e parsimonia latinismi e neologismi. I testi devono essere utili per il lettore prima che per noi stessi. È importante che l’azienda abbatta ogni barriera comunicativa. A questo punto bisogna trovare la nostra identità, definire i valori che ci rendono unici agli occhi del lettore. Capite bene che il tono di voce è un attore protagonista e non certo una semplice comparsa.

Come dobbiamo raccontarci? Come comunicare i nostri valori? L’autrice usa l’immagine del termometro e distingue il tono di voce in freddo, neutro, caldo e colorato. Se pensiamo al linguaggio burocratico e istituzionale, sentiamo freddo. Una scrittura professionale e onirica richiama il neutro. Infine, associamo il linguaggio ironico e aggressivo al colorato. Definite le varie sfumature, dobbiamo capire come scegliere il giusto tono di voce. Per farlo poniamoci domande mirate su chi siamo, come vogliamo essere percepiti, come vogliamo distinguerci, quali sono i nostri valori, che tipo di personalità abbiamo e quali sono i nostri obiettivi. E ancora, chiediamoci a chi ci rivolgiamo, chi è il nostro pubblico, che tipo di rapporto vogliamo avere con chi legge.

Tono di voce

Falcinelli suggerisce di mettere nero su bianco i vari tipi di personalità che ci vengono in mente. Per facilitare il processo sono utili le Carte Personalitov, ideate dalla stessa Valentina. Si possono anche usare dei semplici post-it, un foglio bianco, un template o mappe concettuali. L’importante è selezionare fino a 4 personalità che ci appartengono.

L’autrice spiega poi accuratamente come realizzare la guida all’uso del tono di voce aziendale. Il documento, da consegnare al cliente, se è fatto bene cambierà la vita a tutto il team di lavoro. La guida deve essere dettagliata, ricca di esempi sul come usare e non usare il tono di voce.

Ora basta però, non voglio svelare troppo. Il mio consiglio è di leggere questo testo sacro e perché no, rileggerlo come faccio io, per riscoprirne ogni volta la sua utilità.

Vi lascio con un passaggio di Valentina che ho trascritto su un post-it e affisso al mio pc, per non dimenticare mai:

Ogni volta che inforcate una penna, o che vi mettete di fronte alla tastiera per dar forma a un testo, quello che dovreste fare è ricordarvi che il vero strumento che state per usare non è la penna, e non è neppure la tastiera: sono le parole. E le parole hanno sempre una voce, anche quando le intrappoliamo su un foglio, di carta o digitale che esso sia.

[“Testi che parlano”, V. Falcinelli, p.11]

Titolo: “Testi che parlano. Il tono di voce nei testi aziendali”.

Autrice: Valentina Falcinelli.

Casa editrice: Franco Cesati Editore.

Anno e luogo di pubblicazione: 2018, Firenze.

Pagine: 112

E voi, avete trovato il vostro tono di voce? Mi piacerebbe saperlo, lasciatemi un commento. Sono molto curiosa!

A cosa serve la scrittura. Scopriamolo con il libro di Luisa Carrada

A cosa serve la scrittura. Scopriamolo con il libro di Luisa Carrada

Scrivere, scrivere, scrivere. Oggi più che mai dobbiamo farlo. Quando ci svegliamo la mattina, apriamo la finestra e sappiamo che là fuori c’è un mondo a cui dobbiamo comunicare chi siamo e cosa facciamo. Ma a cosa serve la scrittura? La scrittura è il nostro superpotere e dobbiamo usarlo a nostro vantaggio. Evitando di farci tirare le pietre!

Professionisti, aziende, organizzazioni, tutti dobbiamo imparare a parlare alle persone. Ecco a cosa serve la scrittura. Luisa Carrada in Lavoro, dunque scrivo! ci ricorda che scrivere è l’arte dei grandi narratori, ma esiste anche una scrittura professionale che possiamo definire artigianato.

Per scrivere dobbiamo progettare, partire da basi solide e non aspettare l’ispirazione guardando un cielo stellato. Riempiamo fogli, post-it, abbondiamo nelle quantità, alleniamoci a scrivere, a revisionare a strati i nostri testi. Il lavoro di editing, chiariamolo subito, fa parte del processo creativo tanto quanto la stesura.

Il web ha cambiato il testo, visivamente e nei contenuti. Anche il modo di leggere è diverso rispetto alla carta e al passato. Spetta all’autore limitare la fatica del lettore, sempre più accerchiato da messaggi e testi.

Luisa Carrada spiega che la scrittura non è fatta solo di lettere, parole e numeri. Un testo ha spazi bianchi, font, stili, colori, paragrafi, capoversi, link, immagini, elenchi.  Lo spazio è una componente attiva della scrittura, dà ritmo proprio come la punteggiatura. L’impatto visivo del testo determina come sarà l’esperienza di lettura ed è importante quanto il contenuto.

Un testo sul web deve avere la giusta struttura. Uno dei modelli che possiamo usare è la piramide rovesciata, che svela subito la notizia e le informazioni più importanti. Altri modelli sono le 5 scatole, la clessidra e il diamante. Non dobbiamo per forza seguirli e ognuno di noi può creare i propri modelli, senza però perdere di vista il lettore e i suoi bisogni.

piramide rovesciata nella scrittura

Quando scriviamo dobbiamo creare testi per rispondere alle domande e per chiarire i dubbi del lettore a cui ci rivolgiamo. Frasi brevi in cui soggetto, verbo e complemento restano vicini, sono più leggibili. La chiarezza deve prevalere sull’eleganza. La sintassi piana fa bene a chi scrive e a chi legge. Fate attenzione alla posizione delle parole più importanti. Meglio posizionarle all’inizio o alla fine del periodo. Scegliete una sintassi semplice e dosate gli avverbi.

Spesso dimentichiamo di avere un alleato, il vocabolario. Quanti di voi ne usano almeno uno? Eppure per scegliere le parole giuste, ci ricorda Carrada, dobbiamo conoscerne tante. Quello che ci consiglia Luisa è di usare almeno il Vocabolario di Base di Tullio De Mauro, che riporta le parole conosciute anche da chi ha fatto solo la scuola dell’obbligo o non è madrelingua italiano.

Ricordiamoci di usare parole concrete e precise, forme attive e non passive, aggettivi che aggiungono dettagli, informazioni ma non enfasi. Scrivere bene vuol dire anche saper togliere tutto quello che è in più e appesantisce. Luisa consiglia di tagliare, potare e rifinire. Tutte competenze editoriali sempre più importanti.

La scrittura sul web è come una casa e i microcontenuti sono le porte per accedere alle stanze. Per essere utili i microcontenuti devono rispettare i criteri di sintesi, avere un valore informativo ed essere pertinenti. Fate attenzione quindi ai page title, meta description, tag e testo alternativo. Sono loro le porte di accesso. Sono i microcontenuti che presentano il testo, fanno parlare le immagini e aiutano i lettori a trovare quello che cercano.

Per rendere un testo chiaro possiamo usare anche un elenco verticale. L’elenco è utile per filtrare e ordinare i contenuti e aiuta il lettore nella comprensione.

I consigli di Luisa Carrada sono tanti, accurati, pratici. Per esempio, perché prendersela con la ripetizione? Se usata con consapevolezza e gusto, favorisce la creazione di testi efficaci. Molto meglio di quando ci ostiniamo a trovare per forza un sinonimo.

Identificare il proprio stile e stabilire il tono di voce è una delle sfide principali della comunicazione scritta. Usare una voce umana, una sintassi piana, parole concrete e precise, forme attive, pensare sempre a chi legge e scrivere per le persone. Per scrivere bene dobbiamo abbattere le barriere tra noi e i lettori.

Si dipinge anche con le parole sapete? Luisa spiega come funziona il “teatro della mente”, che riempiamo di immagini ogni volta che leggiamo. Le metafore in questo aiutano molto, basta non abusarne. Ricordate sempre, Show, don’t tell! Avere cura dei dettagli, disegnare con le parole, rafforza anche la credibilità del brand.

E i numeri? Nell’epoca dei dati e delle loro analisi, i numeri hanno un ruolo importante. Pensiamo ad esempio alle slide o alle infografiche. Qui i numeri sono i veri protagonisti. In cifre si vedono meglio, ma se sono tanti è bene trasformarli in immagini e valorizzarli inserendoli all’inizio o alla fine.

Titolo: Lavoro, dunque scrivo! Creare testi che funzionano per carta e schermi

Autrice: Luisa Carrada

Casa editrice: Zanichelli

Anno e luogo: Prima edizione 2012. Ristampa 2020

Pagine: pag. 469


Per voi cosa deve avere un testo per essere scritto bene e di facile lettura? Scrivetelo nei commenti.

 

Il mestiere di scrivere secondo Luisa Carrada

il mestiere di scrivere secondo luisa carrada

Se cercate una voce autorevole e brillante, qualcuno che abbia le carte in regola per dire la sua sul mondo della scrittura professionale, memorizzate il nome Luisa Carrada. Luisa è una delle penne più efficaci e acute a cui ispirarsi, per chi ama la scrittura e crede nel peso specifico delle parole. Mi permetto di dire che la sento tanto affine a me, forse perché sono anche io laureata in lettere moderne con specializzazione in storia dell’arte. Forse perché anche io ho esperienza all’interno di aziende.

Uno dei libri da consumare per chi usa le parole per lavoro, è il Il mestiere di scrivere. Oggi la scrittura fa parte della quotidianità. Il web ha spalancato le porte alle parole, certo è che per usarle al meglio, non basta tirarle fuori dal cilindro e metterle insieme.

Innanzitutto un testo lo si guarda e l’aspetto visivo è importante. Il contenuto è un re che si è tolto l’armadillo, lo scettro e la corona. Si è spogliato degli orpelli inutili per avvicinarsi al lettore. Un testo per essere efficace deve essere chiaro. E questo vale per tutti i formati, siano documenti lunghi, microcontenuti, brochure o articoli del blog.

Testi efficaci, la metafora dello scacco al re

E proprio il blog oggi dilaga all’interno delle aziende, abbattendo le comunicazioni istituzionali e i tecnicismi del marketing. Le aziende devono scrivere per le persone e identificare il giusto tono di voce in grado di arrivare dritto al cuore del lettore. Ed io faccio la stessa identica cosa. Parlo a voi senza tanti fronzoli.

Un’altra forma comunicativa molto usata e utile è l’email. Facile quanto insidiosa, richiede maestria e regole auree fin dall’oggetto. Quante email riceviamo ogni giorno e quante ne apriamo? Poche e tra queste scegliamo sempre newsletter a cui siamo volontariamente iscritti e poco altro. Bene, se vogliamo fare capolino in quel poco altro, dobbiamo conquistare la fiducia delle persone a cui ci rivolgiamo.

Luisa Carrada sottolinea più volte che un’azienda non deve lasciare nessuna forma di comunicazione al caso. Le slide, per esempio, sono uno strumento utile per parlare ai nostri clienti. Quante ne vediamo di efficaci? Spesso sono presentazioni PowerPoint che invece di fissare concetti importanti e tenere alta l’attenzione, deconcentrano e risultano addirittura fastidiose o inutili.

Io personalmente ho una soglia di tolleranza vicina allo zero per le slide con immagini prese in stock. La tolleranza spacca lo zero al cospetto di slide-pergamene contenenti le tavole della legge! Migliaia di parole che fanno perdere il senso della presentazione e rimpiangere di non essere rimasti a casa. Tanto valeva farsi inviare un pdf.

Il mestiere di scrivere dedica l’ultimo capitolo alla scrittura ottimizzata. Scrivere un articolo SEO non significa selezionare una keyword e ripeterla nel testo. Google apprezza e premia i contenuti che soddisfano le richieste dei lettori. Contenuti che hanno un valore e un’utilità per chi legge.

Tutto il resto è solo una triste e ingombrante zavorra che appesantisce il motore di ricerca e rende frustrante l’esperienza di navigazione. Se va bene al lettore va bene al motore, così Luisa esprime il concetto, riprendendo l’affermazione dalla web agency francese Dixxit. I contenuti narrano i valori di un’azienda. Ne raccontano l’unicità.

Titolo: Il mestiere di scrivere. Le parole al lavoro, tra carta e web.

Autrice: Luisa Carrada.

Casa editrice: Maggioli Editore.

Anno e luogo di pubblicazione: 2014, Santarcangelo di Romagna (RN).

Pagine: 214.

E voi avete chiari quali sono i valori della vostra azienda, servizio o prodotto? Ditemi la vostra lasciando un commento.